EsteticaMed – La rubrica del chirurgo. Lifting chirurgico, non chirurgico, minilifting. Facciamo chiarezza

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Ovale stanco, lassità cutanea, rughe, eliminare i segni del tempo è il sogno di molti, sempre più giovani le pazienti (ma cresce anche il numero di uomini) che si rivolgono al chirurgo preferendo il bisturi a trattamenti più soft. Quali sono le differenze e che risultato aspettarsi? Ne parliamo con il dott. Roberto Leonori, chirurgo plastico e vascolare.

In cosa consiste il lifting facciale e a quale età è consigliabile?
“Non c’è un’età precisa, ma normalmente si tende ad evitare nelle persone giovani, è difficile che ne abbiano davvero bisogno. Il lifting serve per correggere il rilassamento dei tessuti cutanei e del piano muscolare sottostante che di solito avviene con l’avanzare dell’età, l’incidenza maggiore è dai 55/65 anni. Si può fare anche dopo, in ogni caso sarebbe meglio evitare forzature e sottoporsi all’intervento prima che il rilassamento sia importante”.

Perché cresce la richiesta di un intervento così risolutivo anche tra le giovanissime?
“Purtroppo oggigiorno ci sono modelli trasmessi, o per meglio dire, visualizzati dai mezzi di informazione in cui si fa un eccesso della chirurgia estetica. E’ sotto gli occhi di tutti, alcuni risultati sono aberranti, visi stravolti, che perdono la loro identità. E’ fuori luogo e non fa parte del mio bagaglio culturale, ci tengo a sottolinearlo”.

Il lifting moderno non è più invasivo come succedeva in passato. Visi tirati e lunghe degenze hanno lasciato il posto a tecniche nuove che danno un risultato naturale e duraturo. Quali sono?
“Il lifting adesso è molto circoscritto. Il vecchio lifting completo detto mask, che partiva dalla parte orizzontale sopra la fronte per poi scendere verticalmente lungo il viso e dava quell’aspetto tirato ormai è difficile che sia utilizzato. Oggi si preferiscono interventi e metodi soft, mirati e naturali. Per la parte superiore del viso che include fronte e palpebre si può usare il botulino che dà un ottimo risultato mentre il lifting, tecnicamente chiamato ritidectomia, si utilizza soprattutto per la parte inferiore, l’area malare zigomatica. Vale a dire, dall’angolo dell’occhio scendendo anche fino al collo. In pratica, diventano dei minilifing, non sono più lifting completi e i risultati sono brillanti. E’ sufficiente fare un taglio preauricolare (davanti all’orecchio) e le cicatrici mascherate visto che si trovano tra le pieghe cutanee già naturali. Se invece dobbiamo creare una trazione muscolare e cutanea anche del collo il taglio è posteriore all’orecchio per finire dietro”.

Degenza post operatoria e possibili conseguenze?
“Normalmente faccio tutto in day hospital, quindi non c’è degenza. L’importante è non intervenire solo sulla trazione, ma a livello muscolare, così che non ci siano recidive, ovvero lassità che si presenterebbero di nuovo da lì a breve. Agendo sui muscoli la durata di un lifting si attesta sui 10 anni. Da specificare però la tecnica. Una volta si usava la sezione del muscolo,che veniva aperto e poi risuturato. Oggi è diversa ed è quella che uso io, il muscolo è semplicemente ripiegato su se stesso. E’ il metodo più attuale, che utilizzo con regolarità e soddisfazione nei risultati”.

Un’alternativa al bisturi esiste?
“Certamente, si chiama soft lifting. Si intende un lifting effettuato senza nessun taglio, ma tramite dei fili di sutura posizionati con l’accesso di un ago lungo il muscolo. Ci sono però dei limiti. I fili vanno comunque “ancorati” ed è adatto solo a rilassamenti di entità modesta (sulla pelle in eccesso ovviamente si deve intervenire), quindi è preferibile utilizzarlo sui piccoli rilassamenti iniziali come ad esempio quello di un 40enne”.

Un altro trattamenti non chirurgico, ma che dia ottimi risultati?
“Consiglio la radiofrequenza bipolare frazionata, che rientra comunque nei trattamenti parachirurgici, un pochino più invasivi, ma senza tagli o altro. Occorre un’anestesia locale e avviene attraverso delle matrici monouso che possono avere dai 24 fino a 126 elettrodi, quelle con meno elettrodi agiscono più in profondità. Con il calore trasmesso vengono disciolte le cellule adipose e si ha una contrazione delle fibre collagene sottocutanee. E’ un trattamento davvero efficace. Ne bastano due a distanza di un mese l’uno dall’altro, e già si vede il risultato che è brillante e duraturo. E’ inoltre ripetibile visto che non presenta particolari traumi, giusto un arrossamento e dei segni che assomigliano a punturine di zanzara nella zona trattata, ma che spariranno del tutto nel giro di pochi giorni, dieci o quindici al massimo. E’ adatto soprattutto al collo, ma anche al contorno occhi e labiale”.

Quali trattamenti di medicina estetica si possono abbinare agli interventi di cui abbiamo parlato?
“La radiofrequenza tradizionale, che è un buon complemento al lifting chirurgico e ripetibile anche una volta a settimana a costi contenuti. Non lascia nessun segno, il leggero arrossamento che si può verificare se ne va nel giro di un’ora”.

Lifting tradizionale, seppur con tecniche moderne, oppure senza bisturi. Per concludere, quale consiglia?
“Non esiste l’assoluto, bisogna vedere la situazione di partenza. Se il rilassamento è importante bisogna fare il lifting tradizionale, se modesto anche senza effettuare tagli, con gli aghi, il risultato è ottimale”.

Arianna Ciabatti
Arianna Ciabatti
Promotrice di eventi culturali, ritrattista, scrittrice, presentatrice a tempo perso. Ama l’arte e la buona lettura, divora libri, film e serie di ogni genere. Un po’ misantropa, vive con due gatti e si dedica con passione da missionaria al sociale. Fonda "Hinterland – il free press del Nord Est" con la sua famiglia e ne è la direttrice editoriale.

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