Clara Sanchez presenta “L’amante silenzioso”

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Andando alla presentazione del nuovo libro di Clara Sanchez "L'amante silenzioso", presentato a Roma alla Libreria Nuova Europa I Granai, mi sono accorto quasi con stupore di aver letto la maggior parte dei libri della scrittrice spagnola.
Eppure non è una di quelle scrittrici che seguo assiduamente bramando di mettere le mani sull'ultima fatica quanto prima.
Non è un Lansdale, un King, un Gaiman, un Carlotto per intenderci.

E' Clara Sanchez, e forse questo basta per inquadrarla.

Leggendo i suoi libri si scopre una narratrice sensibile capace di provocare forti sensazioni in chi legge. Le sue pagine riescono a provocare uno stato di ansia, la sua scrittura lieve e nello stesso tempo ricca spesso provoca una sensazione di smarrimento; le sue pagine migliori, soprattutto, hanno il potere di fermare il tempo.




Perchè Clara scrive thriller, e thriller che si leggono di un fiato, senza dimenticare un approfondimento acuto sui personaggi. Leggerezza e malinconia, queste sono le sensazioni che mi hanno spesso lasciato i suoi libri.

Dopo il successo strepitoso del "Profumo delle foglie di limone" Clara Sanchez ha continuato a percorrere la sua strada, toccando i suoi temi prediletti: assenza, perdita, manipolazione, questi sono gli argomenti che si trovano sottotraccia in tutti i suoi libri.




Non fa eccezione quest'ultimo "L'amante silenzioso", pubblicato in assoluta anteprima in Italia perchè, spiega l'autrice, "volevo fare un regalo all'Italia che mi ha dato tanto. I fans italiani sono i migliori".

"L'amante silenzioso" è ambientato in Africa, e segue la storia di Isabel, giovane ragazza con un trauma da superare (il fratello plagiato da una setta si è suicidato) in missione per ritrovare per conto dei suoi genitori, Ezequiel, che si è lasciato tutto alle spalle per ritrovare sé stesso, forse anche lui plagiato da un uomo.

Perchè l'Africa?
"Sono stata in Africa sei anni fa. Tutti i personaggi del romanzo sono ispirati a personaggi reali. L'Africa mi sembrava uno spazio nuovo, uno specchio da dove guardare il mio mondo, le preoccupazioni del mio mondo, e da dove trattare un argomento che mi sta molto a cuore che è quello della manipolazione psicologica".




Come nasce la caratterizzazione del personaggio di Isabel, il cui desiderio è espiare una colpa?
"Mi piace molto parlare delle ragazze di oggi perchè sono molto diverse da quello che eravamo noi un tempo, sono più libere e hanno questa capacità di ribellarsi. Isabel è mossa da un senso di colpa perchè suo fratello è stato plagiato da una setta e si è suicidato. Isabel pensa che sia sua la responsabilità di questa morte. Proprio per questo accetta l'incarico che la porterà in Africa. L'interesse per il senso di colpa è sempre stato presente in me; quanti di noi non hanno mai provato questo sentimento?".

La manipolazione è uno degli argomenti forti del libro.
"La manipolazione è molto attiva attraverso la paura. Per esempio adesso in Spagna la paura comune alimentata è quella di non poter ricevere la pensione. La manipolazione è uno strumento molto economico della paura. La manipolazione è presente dappertutto, nella famiglia così come nei rapporti tra uomini e donne".

Tratto comune dei suoi libri è il tema della scomparsa.
"Credo che questo sentimento venga dalla mia infanzia ed è legato al lavoro di mio padre. Ho sempre cambiato casa e città, e ho provato spesso un sentimento di perdita, di amici, di una strada familiare, ed è questo che riflettono i miei libri, e per sfogo, scrivo. Da bambina lo vivevo come un trauma, ma senza quello non potrei essere qui, per cui grazie mamma e papà!".




Cosa rappresenta per lei la scrittura?
"Fin da quando ero piccola la letteratura è stata un rifugio. Per cui ho scritto tutta la vita ma non ho mai creduto di essere uno di quegli scrittore che si vedeva in tv. Ma un giorno mi hanno detto che sarei potuto esserlo anche io, e così poi è stato. Ho lavorato tanto, sono stata professoressa all'università, e ho sempre lavorato per scrivere. Non pensavo allo scrivere per non lavorare. E' sempre stato il contrario, ho sempre lavorato per scrivere. Vedo tanti scrittori giovani che scrivono per non lavorare e questa è una confusione molto pericolosa".

Qual è il suo metodo di scrittura.
"Io non voglio scrivere come se si trattasse di un lavoro. Visto che scrivo tutto il giorno, se pensassi di star lavorando non mi verrebbe l'ispirazione. Mi piace estraniarmi sulla mia amaca con il porta pc davanti e caramelle e dolciumi tutto intorno. Deve essere un piacere per me scrivere".

Dove ci porterà in futuro?
"Adesso sto passando una fase in cui mi sento molto... spirituale. Ma in realtà ancora non so cosa scriverò in futuro".

Giovanni Lembo
Giovanni Lembo
Giornalista, sceneggiatore, raccontastorie, papà imperfetto. Direttore di Sitopreferito.it e fondatore de laragazzapreferita.it e di romastorie.it (presto online). Cinema, libri e fumetti sono il suo ambito; la sua vocazione raccontare storie improbabili di ingenui e sognatori. Scorrazza spesso in moto con la banda di Kaneda, beve birra con replicanti e cacciatori di androidi, viaggia sulla Bebop là dove nessun uomo è mai giunto prima. Ha un sacco di amici immaginari...

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