Un neo ti fa bella. Viaggio alla scoperta del puntino sulla pelle più famoso di sempre

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La seduzione inizia da un neo, ovvero da una differenza, da ciò che contraddistingue l’unicità. Le attrici che hanno lasciato un ricordo indelebile nella nostra memoria sono state quelle che avevano qualche piccolo difetto: la perfezione femminile (e maschile) non lascia storia e nemmeno turbamento, può forse funzionare per una fotografia, per una pubblicità, ma non per la costruzione di un mito”.
(Paolo Crepet, medico, psichiatra e scrittore italiano)

E’ incredibile come un puntino sulla pelle nel corso dei secoli abbia determinato fascino e seduzione, il carattere di una persona, il suo futuro o persino la sua condanna a morte!

Ma andiamo con ordine, e viaggiamo insieme in varie epoche e in vari luoghi, alla scoperta di come è stato considerato nel corso della storia l’accumulo di melanina più famoso di sempre: il neo.

Nelle Mille e una notte – celebre raccolta di novelle orientali di origine egiziana, mesopotamica, indiana e persiana, costituita tra il X e il XVIII secolo, di varia ambientazione storico-geografica, composta da differenti autori ̶ si parla spesso del neo come elemento di bellezza che contraddistingue tanto i personaggi femminili, quanto quelli maschili:

Il ragazzo aveva la fronte luminosa, la gota colorita, il collo marmoreo, e un neo sulla guancia destra, simile a un chicco d’ambra”.

Oppure:

Mia diletta, per i tuoi sguardi d’incanto, per gli sguardi che vegliano da sopra sul neo della tua guancia, io ti prego, abbi pietà di quelli che assassini!”.

Nel Medioevo invece, purtroppo, avere uno neo era una grande sventura, poiché esso poteva essere considerato un probabile stigma diaboli, il marchio del diavolo; che consisteva in una piccola parte dell’epidermide resa insensibile al dolore e non sanguinante se trafitta, un segno che dimostrava la presenza del demonio nella donna in esame o almeno i rapporti che ella avrebbe intrattenuto con il demonio stesso.

Come viene spiegato nel Malleus Maleficarum – un trattato scritto da due inquisitori domenicani, pubblicato nel 1486, divenuto il testo ecclesiastico ufficiale della persecuzione contro le streghe – per verificare la presenza dello stigma diaboli venivano ingaggiati professionisti che esaminavano a fondo ogni parte del corpo dell’imputata. Un sistema era quello di trafiggere ogni singola parte del corpo con uno spillone, al fine di trovare una zona insensibile al dolore. Qualsiasi anomalia della pelle era motivo di sospetto e di analisi, come viene narrato nel romanzo “La chimera” di Sebastiano Vassalli, la cui sfortunata protagonista, Antonia, viene accusata di stregoneria, torturata, anche seguendo il procedimento sopra riportato, e condannata al rogo.

Tra il 1500 ed il 1600 l’interesse e lo studio dei nei giunge al suo apice con le teorie di Girolamo Cardano, medico, matematico e filosofo, che associava le varie parti del corpo umano ai pianeti e alle costellazioni dello zodiaco. I nei, situati nelle varie parti del corpo, assimilavano il simbolismo astrologico dei 12 segni.

Quindi prendendo le mosse dalle caratteristiche dei segni zodiacali, la posizione dei nei sul corpo comunicava una parte rilevante del carattere.

Ma in quegli stessi secoli incomincia anche a farsi strada nel pensiero estetico europeo, quell’aura di seduzione che avvolgeva il neo già nei racconti delle Mille e una notte; infatti, scrive in un componimento il poeta Giovan Battista Marino:

Quel neo, quel vago neo, 
che fa d’aurate fila ombra vezzosa 
a la guancia amorosa, 
un boschetto è d’Amore. 
Ah, fuggi, incauto core, 
se pur coglier vi brami o giglio o rosa. 
Ivi il crudel si cela, ivi sol tende 
le reti e l’arco, e l’alme impiaga e prende

E finalmente nel 1700 il neo ha la sua vera e propria ribalta. Tutti vogliono almeno un neo da sfoggiare; donne e uomini, ricchi o poveri, il neo diviene il must have più trendy del secolo!

Scrivevano i fratelli Goncourt:

L’ultimo tocco della toilette di una donna è cercare e trovare la posizione per quei nei posticci a forma di cuore, di luna, di cometa, di luna crescente, di stella, di spoletta. E che attenzione a disporre graziosamente queste esche d’amore

Preziosi, in seta e velluto o cheap and chic, in carta, i nei erano amati da tutti e tutti li indossavano come un vezzo irrinunciabile. Ormai il neo era un vero e proprio accessorio di bellezza e make up!

La Nevologia, la scienza che studiava i nei, aveva stilato una vera e propria “mappa della bellezza”. Ogni neo, in un punto preciso, voleva dire qualcosa; insomma, ogni neo era un vero e proprio messaggio, un codice di comunicazione non gestuale, che poteva trasmettere un lato del carattere o un’intenzione. Sul viso erano facilmente visibili… ma la lista si estendeva anche al resto del corpo…

Nei secoli successivi la tendenza prosegue, come osserva Honoré de Balzac alla metà del 1800:

Si pensa che i vezzi del diciottesimo secolo siano andati in disuso o siano stati soppressi, e ci si sbaglia

E nel 1900 i nei continuano ad essere ammirati, in letteratura, come ne dà prova Gabriele D’Annunzio ne “Il Piacere” e sui volti di icone immortali del cinema come Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor, Virna Lisi, Cindy Crawford, Eva Mendes, Natalie Portman, ma anche Madonna, che nel 1984 diventa la pop star più famosa di sempre disegnandosi un neo sotto al naso e citando Marilyn Monroe nel video di Material Girl. Per non parlare di Prince, rimanendo nel mondo del pop. Chi non lo ha per dono naturale, se lo fa fare, anche col piercing, come Amy Winehouse.

L’eclettico, esuberante e sofisticato mondo della moda non può rimanere indifferente alla carica seduttiva non convenzionale del neo.

Lo stilista che più si appassiona al neo è John Galliano; lo fa disegnare enorme sul viso delle sue modelle per la sfilata John Galliano autunno/inverno 2003-2004. Ma possiamo ritrovarlo minimal chic nelle sfilate Dior autunno/inverno 2004-2005, autunno/inverno 2007-2008 e primavera/estate 2010.

La neo-mania investe anche la pubblicità. Nel 2009, Leo Burnett realizza per Max Factor una pubblicità, Beauty Spot in cui il logo aziendale è incorporato in un piccolo neo e, nel 2012, Pellini utilizza la stessa trovata geniale, realizzando un piccolo neo-chicco di caffè sulla guancia della protagonista della sua pubblicità.

Dunque, salvo la ahimè triste parentesi medievale, il neo è sempre stato simbolo di fascino e seduzione, quindi, non sprecate troppo fondotinta per coprirli, ma anzi, studiatevi un make up su misura in cui la vostra cara macchiolina sia un punto di forza che vi rende uniche ed esalti la bellezza del vostro volto!

 

Sabrina Amato
Sabrina Amato
Sabrina ama l’arte, così tanto da prendersi due lauree per avere ancor più motivi per amarla. Prova un fascino irresistibile per tutto ciò che non conosce, che sia profondo o lontano, e quindi adora l’acqua, nuotare, il mare e gli oceani, ma adora anche le danze orientali e le arti marziali. Nerd con la passione per il vintage, nel tempo libero partecipa come miss agli eventi del Miss Pin Up WW2 e ad ogni Romics come cosplayer. Sa resistere a tutto tranne alle tentazioni, ai gatti, ai cartoni animati e ai libri.

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